Si è svolto ieri a Roma l’evento del CdC RAEE finalizzato a dare vita ad un momento di scambio e discussione tra i rappresentanti della filiera e le istituzioni per definire azioni destinate a favorire la crescita della raccolta dei rifiuti elettronici e il raggiungimento dei target di recupero delle materie prime critiche stabiliti dall’UE.
Al centro del convegno la tavola rotonda partecipata da sei esponenti di primo piano, in rappresentanza di tutta la filiera RAEE: Alberto Bellini, in rappresentanza di ANCI, Filippo Brandolini presidente di Utilitalia, Chicco Testa presidente di Assoambiente, Marco Pagani, direttore normativa e rapporti istituzionali di Federdistribuzione, Giuseppe Piardi presidente di ASSORAEE e Carlo Samori rappresentante unico industria per il programma RAEE.
Carlo Samori ha aperto la tavola rotonda con un intervento sulla tematica del contrasto ai fenomeni del free riding e dell’esportazione illegale dei RAEE, evidenziando come la mancanza di controlli da parte degli organi preposti sia la causa principale del gap tra volumi attuali avviati a riciclo e volumi obiettivo. “È fondamentale capire dove il flusso di gestione dei RAEE si interrompe” e in quel contesto “identificare le opportunità per far crescere la filiera dei RAEE e la filiera del riuso” ha affermato.
Tra le opportunità di incremento della raccolta, Alberto Bellini ha sottolineato l’importanza di potenziare l’infrastrutturazione comunale, possibile solo con “maggiori investimenti a favore dei Comuni per ridurre i costi a loro carico e una profonda riforma normativa del sistema di gestione dei RAEE a riguardo”.
Alla necessità di potenziare i centri di raccolta comunali per intercettare maggiori quantitativi di RAEE, Filippo Brandolini ha aggiunto l’esigenza di “incrementare i sistemi domiciliari di raccolta” e quella di “coinvolgere nell’attività di raccolta altre realtà come gli esercizi commerciali”, pur riconoscendo che anche in questi casi “servirebbero maggiori investimenti economici visti i costi operativi non indifferenti”. Per la distribuzione, in particolare, “il ritiro e la gestione dei rifiuti elettronici riconsegnati dai cittadini implica costi operativi vivi, di cui è necessario capire come ottimizzarne la copertura”.
Marco Pagani ha concordato sulla tematica: “Servono semplificazioni normative per favorire la raccolta nei negozi. I punti di vendita non sono punti di raccolta rifiuti, per la gestione dei RAEE devono usare le risorse economiche dirette, auspicabilmente senza gravare in maniera eccessiva sui consumatori”.
Chicco Testa ha affrontato il tema della raccolta dei RAEE evidenziando con il mercato dell’elettronica sia in continua espansione per l’arrivo di nuove filiere merceologiche di cui bisognerà occuparsi, come quella dei pannelli fotovoltaici. E ha suggerito “il sistema migliore di raccolta è la restituzione da parte dei cittadini al momento del nuovo acquisto, centri di raccolta comunali e distribuzione devono fare in modo che questo accada”. Si è poi focalizzato sulla fase del trattamento, sottolineando come “la normativa a volte non favorisca il riciclo”.
Il discorso relativo all’attività di trattamento è proseguito con Giuseppe Piardi che ha concentrato il suo intervento in particolare su questo aspetto: “È vero che i RAEE sono grandi miniere di risorse e in Italia ci spingiamo molto avanti nell’attività di trattamento. Ma il trattamento funzionale all’ottenimento di alcune frazioni minime al momento viene eseguito solo all’estero, quindi alcune frazioni derivanti dal trattamento dei RAEE vengono necessariamente esportate”. Quando nel nostro Paese si raccoglierà un quantitativo tale da rendere sostenibili gli investimenti nello sviluppo di nuove tecnologie per il trattamento che consentano il riciclo anche delle frazioni minime allora si ridurrà molto l’esportazione delle frazioni oggetto di una prima fase di trattamento in Italia. “Ma fino a quel momento è necessario, per ridurre l’eccessivo impatto economico sugli impianti, svolgere in maniera adeguata i controlli alla dogana delle frazioni pretrattate esportate”. Chicco Testa conclude la riflessione sulla tematica evidenziando che “quello che non si ricicla in Italia riguarda frazioni per cui non esiste una tecnologia o un mercato di sbocco”.
Tra i temi centrali della tavola rotonda anche l’importanza della comunicazione rivolta ai cittadini: tutti i protagonisti l’hanno definita un elemento fondamentale per diffondere la conoscenza dei RAEE e delle corrette modalità di raccolta di rifiuti e hanno riconosciuto l’importanza dei bandi previsti dagli accordi di programma per favorire questa attività da parte dei gestori della raccolta.
Destinatari primari del confronto le Commissioni parlamentari Ambiente e Industria e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, i cui rappresentanti, nel duplice ruolo di partecipanti e ascoltatori attivi, hanno portato il proprio contributo sul tema e hanno avuto la possibilità di fare propri gli spunti più completi e autorevoli per valutarne una traduzione in azioni politiche e di governo che possano favorire quelle attività che conducano al raggiungimento dei target di raccolta e recupero delle materie prime critiche definiti dall’UE.